STILE DI VITA: NON SPRECARE

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STILE DI VITA: NON SPRECARE
Cresce il movimento del consumo critico. Con fiere, libri. E testimonial. Visionari e uomini d’affari, scrittori e imprenditori, protagonisti di scelte estreme. Decisi a mostrare come ridurre gli sprechi
DI SABINA MINARDI
Siamo tutti : di acqua, di energia, di cibo. E di tempo, di bellezza, di emozioni. Consumiamo. E di continuo acquistiamo: dello spreco abbiamo fatto, senza neppure volerlo, uno stile di vita.
«Ma la crisi, oggi, prima ancora che la questione ambientale, ci costringe a cambiare : a ridurre i consumo, a invertire la tendenza», nota il giornalista Antonio Galdo, autore di “Non sprecare” e di un sito - www.nonsprecare.it - che quotidianamente raccoglie informazioni su come , e recuperare etica: «Gli italiani buttano via quasi il 20 per cento della spesa; gettano un miliardo di pille all’anno; sono i primi consumatori di acqua minerale al mondo, dopo i Paesi arabi e il Messico», continua Galdo: «Sono abitudini non facili da correggere. La è affrontarle con leggerezza: senza trasformare la sobrietà in un’ossessione. Ma adottando piccoli gesti efficaci. Un esempio? La temperatura della casa: un ambiente è ben riscaldato a 19-20 gradi. Ogni grado in più “vale” 1’8 per cento della ». I segnali di una consapevolezza nuova ci sono. Cresce la richiesta di mestieri artigianali legati alla manutenzione», aggiunge Galdo: «Sempre più gente rifiuta la logica di riacquistare le cose, perché conviene più che aggiustarle. Ripariamole, invece. E ridaremo loro valore». Si chiama “consumo critico”, e non è un nostalgico revival hippy o un neopauperismo di necessita: ma il punto d’arrivo di un fenomeno che si allarga e dal quale difficilmente si torna indietro: «Grazie a Internet, ma anche ai libri e alle campagne di boicottaggio, sta crescendo l’attenzione ai metodi di produzione delle cose, e al loro impatto sull’ambiente», spiega Michele Micheletti, sociologa dell’Universitá di Stoccolma, teorica del significato politico dell’acquistare.